Content audit del blog: come dare nuova vita agli articoli già online

Pubblicato
5 Lug 2023

Testo
Giancarla Zaino Marciano

SEO

Hai un blog attivo da un po’ di tempo, ma senza grandi risultati su Google? Forse è il momento di un content audit. L’audit è un’analisi approfondita degli articoli già pubblicati, che ha l’obiettivo di aggiornarli e renderli attuali per le persone e per Google. Non solo: il blog audit ti permette di migliorare il tuo posizionamento sui motori di ricerca, scalzare il ranking dei competitor e aumentare il traffico organico al sito web.

Qui ti spiego perché farlo, quando farlo e come farlo.

Cos’è il content audit e perché farlo

Il content audit è un’analisi meticolosa dei contenuti del sito web che può avere quattro finalità:

  • ottimizzare il suo posizionamento sui motori di ricerca e incrementare le visite ricevute mensilmente;
  • migliorare l’esperienza dell’utente sulle pagine navigate;
  • aumentare le conversioni o le micro-conversioni;
  • allineare la comunicazione del sito web alle novità del brand.

L’analisi va condotta focalizzandoci su uno di questi obiettivi e chiarendo il tipo di output che ci aspettiamo. Per esempio, chi svolge l’audit può valutare l’obsolescenza,  l’incompletezza o la validità delle informazioni presenti in una pagina web. Oppure, verificare l’ottimizzazione SEO del contenuto e la visibilità della pagina sui motori di ricerca.

In breve, l’audit mette in luce gli aspetti funzionali e disfunzionali di ogni contenuto passato in esame, rispetto a specifici parametri che definiamo a monte. Nel blog il content audit ci viene in aiuto in tre diversi scenari:

  • quando gli articoli sono online da anni e non sono più stati aggiornati. In questo caso l’obiettivo è svecchiarli e renderli attuali sia per Google che per le persone. Un esempio: normative di legge che sono state modificate, aggiornamenti dei social che rendono l’argomento obsoleto, ecc…;
  • quando una pagina web è scarna e non contiene tutte le informazioni necessarie a rendere l’esperienza utente piacevole ed esaustiva. Per esempio, assenza del trafiletto dell’autore, assenza di immagini, video o infografiche, contenuto troppo breve, ecc…;
  • quando un gruppo di articoli di blog pubblicato da mesi non si è posizionati su Google e si vuole capire il perché.

L’audit è uno strumento che rende più sostenibile la gestione del blog. Si cade spesso nell’errore di pubblicare incessantemente nuovi articoli e sprecare il crawl budget che Google stanzia al nostro sito web. In realtà, non è un approccio strategico. Bisognerebbe integrare alla gestione del blog un aggiornamento periodico degli articoli, per ottenere il massimo dal lavoro di copywriting e delle pagine del sito web già indicizzate. In un anno l’ideale sarebbe suddividere così le attività: 70% scrittura di nuovi contenuti e 30% aggiornamento dei precedenti.

Content audit per la SEO del blog: da dove partire

Un blog audit funzionale alla SEO mette al centro gli utenti che fruiscono dei tuoi contenuti. Ricorda che Google premia gli articoli utili, affidabili e scritti per le persone, sconsigliando ogni forzatura mirata ad attivare i suoi algoritmi. Ecco perché, il punto di partenza di un’analisi efficace sono proprio le giuste domande

Google ce ne consiglia alcune, utili ad autovalutare la qualità dei contenuti del nostro sito web. Ti riporto degli esempi che ho estrapolato dalle sue linee guida:

  • I contenuti forniscono una descrizione significativa o completa dell’argomento?
  • I contenuti forniscono un’analisi dettagliata o informazioni interessanti e non scontate?
  • Se i contenuti provengono da altre fonti, anziché limitarti a copiarli o riscriverli, offri un valore aggiunto significativo e un punto di vista originale?
  • Dopo aver letto i tuoi contenuti, un utente avrà la sensazione di aver imparato abbastanza su un argomento così da poter raggiungere il suo obiettivo?
  • Un utente che leggerà i tuoi contenuti riterrà soddisfacente la sua esperienza?

Sono semplici quesiti, che possono fare tutta la differenza in un audit. A questi, ovviamente, possiamo aggiungerne di altri, specifici per l’obiettivo dell’analisi. E qui, entrano in gioco anche i dati. Se le domande di Google sono qualitative (un semplice sì e no potrebbe già essere sufficiente come risposta), per completare il quadro valutativo, gli analytics del sito sono i nostri migliori alleati.

Visite alla pagina, tempo di permanenza, frequenza di rimbalzo, keyword presidiate su Google sono solo alcune delle metriche che possiamo studiare grazie a strumenti di tracciamento come Google Analytics 4 e Google Search Console (se non li hai ancora aggianciati al tuo sito, fallo subito!).

Come eseguire un content audit efficace

Per condurre un blog audit in autonomia, ecco cinque passaggi che puoi seguire.

1) Definisci gli obiettivi e le metriche da analizzare

Parti dal definire l’obiettivo del tuo audit in base all’output che vuoi ottenere. Se vuoi avere un quadro generale del posizionamento SEO del tuo blog, potrai decidere se analizzare solo quelli pubblicati nell’ultimo anno o tutti i tuoi contenuti dal momento della messa online del sito. Oppure se vuoi valutare la pertinenza delle informazioni condivise, potresti concentrarti sugli articoli più vecchiotti.

A questo punto, definisci quali metriche e dati vuoi indagare durante l’analisi. Dalle visite, al posizionamento attuale nelle SERP di Google, alla validità dei link inseriti negli articoli, e così via. Non esiste uno standard: la scelta delle metriche dipende dall’obiettivo che ti poni.

2) Predisponi un file Excel per l’analisi e il report

Crea una tabella in Excel o in Google Fogli (io lo preferisco) in cui riporti tutti i dati su cui si baserà l’analisi:

  • nelle colonne inserisci le metriche e le voci che riempirai nelle righe;
  • nelle righe i dati per ogni URL analizzata.

Per comodità, ti consiglio di inserire la URL nella prima colonna, così da avere sempre contezza della pagina a cui fanno riferimento i dati.

Ti mostro un esempio in questo screen.

3) Seleziona gli articoli da analizzare

Ora che hai stabilito le metriche, è il momento di fare un inventario delle pagine da analizzare. Scegli con cura e occhio strategico tutte le pagine da sottoporre a content audit e riporta le URL nella colonna dedicata. Alla fine di questo step avrai un elenco completo e avrai sempre sott’occhio lo stato di avanzamento dei lavori.

4) Appunta nel file le modifiche o le integrazioni da apportare

URL dopo URL, riporta i dati che riguardano ogni articolo. Per esempio, data di pubblicazione, numero di visite ricevute negli ultimi 12 mesi, titolo SEO, link funzionanti e corrotti e così via. Quando avrai riempito tutte le caselle, otterrai un quadro completo per fare una valutazione delle azioni da compiere su ogni pagina. Potrebbero riguardare l’aggiornamento dei link non funzionanti, il cambio delle immagini, l’integrazione o la sostituzione di call-to-action, l’aggiornamento dei titoli o dei paragrafi. Ricorda: le valutazioni vanno fatte sempre in virtù degli obiettivi fissati all’inizio.

Chi può fare un content audit?

Seguendo le istruzioni che ti ho condiviso, potresti eseguire l’audit in autonomia, con un “ma”: affinché sia efficace, è importante che tu abbia un’infarinatura di SEO on-page, esperienza utenti, analisi dati e copywriting per capire cosa davvero non funziona e cosa modificare in una pagina. In caso contrario, il risultato potrebbe non garantirti grandi cambiamenti.

Se senti che questa attività è necessaria, ma difficile da gestire da sola o da solo, puoi affidarti a un SEO specialist o a una SEO copywriter, che sapranno guidarti nella scelta degli obiettivi e nella selezione delle metriche corrette. Saranno loro a eseguire l’audit e a fornirti un report in cui suggerirti gli interventi da attuare, che potrete valutare insieme.

Vorresti ricevere questo supporto? Richiedi informazioni sul servizio Analisi SEO del blog.

Giancarla Zaino Marciano

Digital e SEO Copywriter

Paladina dei testi semplici e umani, affianco aziende e personal brand nella creazione di contenuti di valore, per le persone e i motori di ricerca.